FAQ

Cos’è una Società Collaborativa

La Società Collaborativa è un’impresa ibrida, perfettamente armonizzata con la legislazione e pienamente normata: in essa vige la regola del voto capitario, riconoscendo che all’interno dell’impresa, le persone che si scelgono come soci, possono contare tutti in egual misura, pur apportando idee, know-how, lavoro e capitale in misura differente.

La Società Collaborativa è una Srl in cui i soci stipulano un patto statutario per la gestione collaborativa della stessa, accettando il voto capitario tipico delle Cooperative, ma a differenza delle Cooperative, il titolare delle quote rimane beneficiario della piena disponibilità delle stesse e di tutti i vantaggi relativi: liquidabilità, dividendi, rivalutazioni.

La Società Collaborativa quindi si rifà pienamente alla normativa delle Srl, mutuandone la semplicità e la snellezza di gestione, traendo però la parte concettuale e valoriale dalle Cooperative.

La Società Collaborativa è un nuovo tipo di forma societaria?
No. La Società Collaborativa è un nuovo modo di concepire i rapporti tra coloro che partecipano alla vita aziendale, perfettamente in linea con la normativa attuale.

Se la Norma permette il voto capitario nelle Srl, perché nessuno ne ha mai parlato?
Le Società Collaborative sono frutto di un’attenta analisi dei modelli aziendali più diffusi, svolta per dare nuove risposte ad un’economia che cambia.
Siamo partiti dalla domanda: “È possibile innovare il modello aziendale partendo da ciò che la normativa oggi consente?”. È così che abbiamo “scoperto” le Società Collaborative, un’elaborazione di concetti già perfettamente allineati alla normativa delle Srl.
Le Società Collaborative combinano i temi del controllo aziendale, del riconoscimento del valore apportato da ognuno in impresa, del rispetto del concetto di giusta remunerazione degli investimenti e del mantenimento di appetibilità per gli investitori e i finanziatori.

La Società Collaborativa non rischia di prendere il “peggio” delle Cooperative e il “peggio” delle Società di Capitali?
Assolutamente no. La Società Collaborativa mutua l’aspetto valoriale e del rispetto dei rapporti paritari tra i partecipanti all’impresa delle Cooperative, innestandole nella snellezza ed efficienza del modello delle Srl.

Perché dovrei bloccare la mia capacità di comando e controllo, quando posso esercitarla pienamente in una semplice Srl?
La Società Collaborativa rappresenta il modello ideale per chi ha in pensa ad un modello imprenditoriale snello e attrattivo, ma considera che il capitale non sia l’unico aspetto di cui tenere conto nell’indirizzo delle decisioni aziendali.
La Società Collaborativa permette un raffronto efficace tra i portatori di capitale, di idee, di innovazione e di lavoro, in un panorama collaborativo, volto a dare slancio e valore all’impresa.

Perché le Società Collaborative ora?
Viviamo in un momento storico in cui le Cooperative, portatrici e custodi di valori fondamentali, hanno consolidato la propria forte presenza in diversi settori economici: l’agricoltura, la trasformazione del cibo, il sociale, la distribuzione, l’abitazione.
Esistono tuttavia aree dell’economia dove il modello Cooperativo non è il preferito da chi avvia nuova impresa.
Settori come l’innovazione tecnologica, il digitale, la meccanica, l’informatizzazione e i servizi vedono una forte preferenza verso la costituzione di Società di capitali.
La Società Collaborativa rende appetibile il concetto di Cooperare in azienda, pur mantenendo tutti i vantaggi delle Srl per i partecipanti, proponendosi come modello attrattivo e centrale per chi voglia fare nuova impresa in modo efficiente, efficace e snello, ma rifacendosi agli antichi valori della Collaborazione.

La Società Collaborativa è attrattiva per i Capitali?
Certamente, perché permette agli ideatori di progetti innovativi di mantenere il controllo pieno delle decisioni di impresa, anche a fronte di presenza o ingresso di quote di nuovi investitori. Inoltre, essendo una Srl a tutti gli effetti, rimane attrattiva per il crowdfunding, in quanto può rivalutare le partecipazioni e distribuire interessi.

Se volessi avviare un’impresa e poi mi stanco dei miei soci?
Con la Società Collaborativa puoi liquidare il tuo capitale esattamente come nelle Srl tradizionali.

Chi comprerebbe la mia quota di maggioranza se poi il suo voto è capitario?
In realtà tutti gli investitori sono interessati alla rivalutazione del capitale e la gestione di un’impresa, soprattutto se medio piccola, per loro è più un problema che non un vantaggio. In questo caso all’investitore in ingresso la Società Collaborativa offre una solida Governance su cui appoggiarsi, per operare in continuità con le attività che lo hanno attirato.

Se volessi costituire un’impresa per poi venderla tra qualche anno a un fondo o a un’impresa del settore, guadagnandoci, con la Società Collaborativa avrei problemi?
No, assolutamente. La Società Collaborativa è una Srl e c’è sempre la possibilità, per il nuovo proprietario, di ritornare al modello tradizionale di Srl attraverso una modifica statutaria.

Se volessi collaborare, non sarebbe meglio costituire una Cooperativa?
Certo, tuttavia sappiamo che 9 under 40 su 10 optano per la Srl, proprio perché se è vero che la Cooperativa ha sviluppato percorsi, noti e saperi che agevolano il confronto e la collaborazione, è anche vero che la normativa e i costi del lavoro per una Startup Cooperativa possono essere difficili da sostenere, soprattutto all’inizio.

A chi è rivolta la Società Collaborativa?
La Società Collaborativa nasce ascoltando i giovani imprenditori, con grandi idee e proiettati all’innovazione, ma riteniamo che sia praticabile da chiunque senta che per crescere è necessario collaborare e sviluppare sinergie positive tra soci che hanno obiettivi simili.

Perché diventare una Società Collaborativa

Il presupposto è che il voto capitario all’interno di una Società di Capitali fa sì che:

  • si limitano le operazioni scriteriate del detentore della quota di maggioranza, perché ogni decisione strategica viene valutata e soppesata da tutti i soci.
  • si limitano notevolmente tutte le operazioni meramente speculative che il detentore della quota di maggioranza può varare, operazioni che hanno sempre delle conseguenze disastrose sulla sopravvivenza dell’impresa.

Di seguito analizzeremo qualche caso concreto.

COOPERATIVA VS SOCIETÀ DI CAPITALI = COLLABORATIVA
Problema: molti giovani creano progetti condivisi che si rifanno ai valori della Cooperazione, ma temono che il Capitale investito un domani non verrà rivalutato.
Soluzione: la Società Collaborativa non disperde gli elementi valoriali, ma tutela l’investimento personale.

FIDUCIA E MOTIVAZIONI
Problema: in molte aziende i soci di minoranza sono sfiduciati e poco motivati perché sanno che la loro opinione ha un peso bassissimo e di conseguenza sono meno coinvolti nell’impresa.
Soluzione: il voto capitario è uno stimolo continuo perché motiva costantemente chi detiene la minoranza delle quote.

STARTUP E FONDI D’INVESTIMENTO
Problema: talvolta i Fondi di investimento che entrano nel Capitale Sociale con una quota di maggioranza varano degli aumenti di Capitale solamente per liberarsi dei soci fondatori e gestire.
Soluzione: nella Società Collaborativa i fondatori possono decidere se varare o meno un aumento di Capitale. In questo modo è possibile disincentivare gli investimenti meramente speculativi e la relativa perdita di posti di lavoro.

PASSAGGIO GENERAZIONALE
Problema: spesso gli eredi dell’imprenditore non sono all’altezza e/o non vogliono gestire l’azienda di famiglia.
Soluzione: cedendo una piccola parte delle quote ai collaboratori più fidati e capaci e dando loro diritto di voto pari o superiore a quello degli eredi, il percorso dell’impresa verrebbe tutelato e proseguirebbe

GESTIONE MANAGERIALE
Problema 1 (riluttanza): il Manager spesso va sul sicuro per la paura di rischiare, evitando di promuovere progetti innovativi, perché ragiona su cicli brevi. Peccato che nel lungo periodo l’impresa rischierà di pagarne un prezzo altissimo, poiché navigare in acque estremamente tranquille, spesso ne frena la crescita.
Problema 2 (bonus): il Manager può fare scelte conservative con la sola finalità di ottenere un bonus a fine anno. Non sempre queste scelte vengono fatte per il bene dell’azienda.
Problema 3 (cessioni): il Manager può smembrare l’azienda, cedendone le parti migliori, perché decide di speculare e non di investire. Da ciò ne consegue che diverse persone perdono il loro posto di lavoro.

Soluzione: questi problemi enormi (che hanno conseguenze disastrose sulla nostra società), potrebbero essere risolti se la gestione dell’impresa e le relative scelte fossero condivise da più persone.

CDA POCO LUNGIMIRANTI
Problema: talvolta i membri del CdA prendono decisioni infelici o dettate da un interesse personale.
Soluzione: nella Società Collaborativa i soci possono decidere di cambiare l’assetto del CdA.

VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE
Problema: l’imprenditore individua una figura strategia e per attrarla offre una piccola percentuale delle sue quote. Il rischio è che questa figura strategica declini l’offerta, perché sa benissimo di non avere potere decisionale alcuno.
Soluzione: il voto capitario da voce alle opinioni di tutti i soci.

NUOVI PROGETTI D’IMPRESA CHE NON DECOLLANO
Problema: talvolta i nuovi progetti di impresa non riescono a decollare perché gli ideatori hanno un altro lavoro, che non abbandonano perché non hanno garanzie.
Soluzione: con la forma Collaborativa sarà possibile trovare dei soci che gestiranno l’attività come se l’avessero creata personalmente, dando modo agli ideatori di capire come si evolverà il progetto d’impresa.

STUDI ASSOCIATI DI PROFESSIONISTI E RETI TRA ARTIGIANI
La forma Collaborativa trasforma il valore il nome di un’entità che può essere costituita anche sotto forma di scrittura privata, trasformandola in un’impresa a tutti gli effetti.

RETI TRA IMPRESE

La Società Collaborativa permette ad un progetto di rete tra imprese di trasformarsi in una realtà unica e solida ed avere più forza e credibilità sul mercato ed attrattività agli investimenti.

Cos’è il Modello OC

Il Modello OC (Organizzazione Collaborativa) è un’attestazione che da centralità al tema della intergerazionalità.
La Società Collaborativa può adottarlo – utilizzando anche il Marchio OC – ponendo in essere le seguenti azioni:

  • Nominare il Rappresentante delle Future Generazioni (RFG).
  • Redigere il Piano Prospettico di Azione Quinquennale (PPAQ) e compilare la relativa Relazione Annuale.
  • Sottoscrivere e pubblicare sul proprio sito web il Manifesto Collaborativo
  • Redigere il Bilancio Riassuntivo Quinquennale (BRQ).

Chi può aderire al Modello OC
Oltre alle Società Collaborative, il Modello OC è a disposizione di:

  • Enti Pubblici
  • Società per azioni
  • Cooperative
  • Associazioni
  • Società non profit
  • Fondazioni
  • Gruppi di Acquisto Solidale.

Chi è il Rappresentante delle Future Generazioni (RFG)
Il Rappresentante delle Future Generazioni è un rappresentante interno, solitamente membro di Assemblea e CdA, eletto secondo opportuno regolamento, che si esprime sui seguenti temi:

  • Indebitamento a lungo termine dell’impresa
  • Decisioni che hanno impatto sulle collettività
  • Decisioni che hanno impatto sull’ambiente.

Che cos’è il Manifesto Collaborativo
Il Manifesto è un Protocollo sottoscritto tra l’Organizzazione che aderisce al Modello OC e l’Associazione Collaboriamo.
Il Manifesto deve essere pubblicato sul sito web dell’Organizzazione.
Vai al Manifesto Collaborativo

Cos’è il Piano Prospettico di Azione Quinquennale (PPAQ)
Il Piano Prospettico di Azione Quinquennale è un Progetto pensato per dare un’ottica pluriennale all’azione dell’Organizzazione.
È predisposto dal CdA (se presente) e va redatto all’inizio del periodo in cui si decide di aderire al Modello OC.

Cos’è la Relazione Annuale
L’Organizzazione che aderisce al Modello OC deve redigere una relazione sullo stato dell’arte delle azioni poste in essere nel PPAQ.

Cos’è il Bilancio Riassuntivo Quinquennale (BRQ)
Il Bilancio Riassuntivo Quinquennale sintetizza i risultati raggiunti e le azioni poste in atto dal PPAQ, valutate a ciclo concluso e va redatto ogni 5 anni.

Cos’è il Libro dei Rappresentanti delle Future Generazioni
Il Libro dei Rappresentanti delle Future Generazioni riporta tutti i verbali di ogni azione di voto, o proposte, del RFG eletto.
Le Organizzazioni che adottano il Modello OC sono tenute a redigerlo.
L’Associazione Collaboriamo custodisce il “Registro dei Rappresentanti delle Future Generazioni”.

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